Se nello scorso articolo ho spiegato come fosse importante creare una reale connessione con il cavallo ora dobbiamo andare ad analizzare nello specifico alcuni piccoli ma significativi atteggiamenti che i cavalli possono avere nei nostri confronti o nei confronti dell’uomo che però potrebbero essere sintomo di sospetto da parte del cavallo nei confronti del cavaliere o addirittura l’inizio di atteggiamenti sgradevoli e potenzialmente più pericolosi.
Anche se agli occhi di un cavaliere poco consapevole, alcuni degli atteggiamenti che andremo ad elencare possono apparire piacevoli ed esser mal interpretati sembrando addirittura gesti di affetto, bisogna tenere ben presente la natura del cavallo e come realmente comunica per comprendere appieno ciò che sta comunicando e quindi poter rispondere di conseguenza con i giusti modi e movimenti. Scopriamo insieme quali sono questi atteggiamenti apparentemente innocui.
Principali atteggiamenti da evitare con i cavalli: 6 regole
Nello specifico voglio introdurre una serie di situazioni o gesti da utilizzare con consapevolezza o da non utilizzare in assoluto, ai fini di evitare una reazione negativa del cavallo e raggiungere una perfetta comunicazione. Vediamo quindi 6 atteggiamenti da evitare:
- Farsi leccare: quando un cavallo ti lecca non significa che ti vuole bene o che ti sta dando i bacini ma le motivazioni possono essere diverse e vanno tutte nella direzione diversa dal fatto che il cavallo stia avendo un atteggiamento affettuoso nei tuoi confronti. Spesso è dettato dal fatto che ha bisogno di sale e sente nelle nostre mani il sale del nostro sudore o semplicemente ha sentito un profumo o un gusto che gli piace ed ecco che ci lecca, essere consapevole di questo ti permetterà di comprendere ciò che realmente il cavallo ti sta dicendo evitando che il comportamento sfoci in atteggiamenti più fastidiosi come potrebbero essere morsi o dentate.
- Lasciarsi momolare/fare i grattini, lasciare che faccia grooming su di te: per quanto effettivamente tra i cavalli esiste questo momento di intimità in cui 2 esemplari si fanno grooming bisogna specificare che accade sempre e solo quando il cavallo che è il punto di riferimento inizia questo atteggiamento, ecco perché lasciare che sia il cavallo ad iniziare questa pratica è un chiaro segno che stiamo dando al cavallo per dirgli che vogliamo sia lui il punto di riferimento e che quindi sarà lui a dover prendere le decisioni in caso di pericolo perché ci stiamo affidando a lui, diverso è se questo atteggiamento inizia da noi ma dobbiamo essere bravi a farlo con il tempismo giusto quando effettivamente si instaurato un rapporto di fiducia e non in momenti a caso.
- Accarezzare il cavallo se è agitato: questo è ciò che viene istintivo fare ma, se ci pensiamo, è una pratica che va esattamente nella direzione opposta a quella desiderata perché la carezza, per il cavallo, è spesso percepita come un rinforzo positivo ed ecco che, se proprio nel momento in cui il cavallo è in stress lo si accarezza, si andrà a rinforzare quello stato emotivo di agitazione rischiando che lo riproponga più frequentemente, la cosa migliore da fare in questi momenti è andare a richiamare l’attenzione del cavallo facendolo focalizzare su di noi e sul nostro stato emotivo in modo che si tranquillizzi e solo allora, quando il cavallo è tornato in uno stato di quiete, se lo riteniamo assolutamente necessario, lo si può accarezzare. Ricordando che le carezze servono più a noi cavalieri che al cavallo che in natura non le utilizza mai.
- Farsi strusciare: lasciare che il cavallo si gratti su di voi è un chiaro segnale di invasione di spazio nonché il fatto che il cavallo vi sta "utilizzando da albero" per grattarsi. Questo ovviamente anziché rinforzare la relazione la destabilizza perché sicuramente avrete un cavallo che si fida di voi ma che non si affida a voi…d’altronde, in un momento di pericolo in caso ci fosse un predatore vi affidereste ad un albero?!
- Dare cibo senza motivo: per quanto sia gratificante per noi cavalieri portare una mela o una carota al cavallo perché ci fa sentire di aver fatto qualcosa di piacevole per lui, bisogna imparare a farlo nel modo corretto evitando quindi di dar cibo dalle mani senza consapevolezza e senza un reale motivo perché si potrebbero andare a instillare nel cavallo comportamenti indesiderati e incautamente rinforzati da questa pratica, perciò è sempre bene, se si vuole portare del cibo al cavallo e non si sta lavorando con il rinforzo positivo, lasciarglielo in terra o nella mangiatoia.
- Non rispondere in modo chiaro alle "domande" che fa il cavallo: i cavalli che vengono lasciati liberi di esprimersi, sono grandi comunicatori, sono capaci di comunicare tra loro con il singolo battito delle palpebre, cosa particolarmente difficile per noi umani da identificare ma possiamo però imparare a vedere i piccoli segnali che ci danno con il loro corpo e così imparare a rispondere prima che le richieste del cavallo divengano atteggiamenti troppo grandi e forti che rischiano di metterci in pericolo. Perciò è fondamentale imporre a riconoscere ogni piccolo spostamento di un arto o di peso o cosa significa una colata o un movimento della nuca per saper rispondere tempestivamente in modo decantato e tranquillo. Purtroppo se questi piccoli segnali non vengono visti o vengono mal interpretati si rischia di avere cavalli che danno difese, o atteggiamenti aggressivi, ma questo accade perché i cavalieri spesso non sono stati a sentire quando il cavallo parlava a "bassa voce" ed ecco che ha dovuto "urlare" per far si che il cavaliere notasse ciò gli si stava dicendo.
Imparare a comunicare nel modo migliore con il cavallo non è cosa da poco e non è cosa conosciuta da molti, purtroppo ci si trova spesso ad affrontare realtà equestri dove il cavallo viene additato come pericoloso perché semplicemente non si è saputo leggere i segnali che egli dava o addirittura alle volte si pensa che il cavallo faccia certe cose apposta, be, credo sia fondamentale mettersi per primi in discussione e iniziare a chiedersi se davvero abbiamo a che fare con un animale machiavellico o se semplicemente siamo davanti ad un cavallo che comunica e che impara dagli stimoli e dai rilasci che lo circondano.
In conclusione
Con queste consapevolezze spero di aver fornito a molti cavalieri le chiavi di lettura migliori e più funzionali dei comportamenti dei loro cavalli, in modo che sia più facile d’ora in poi comprendere le varie sfaccettature della comunicazione tra cavallo e cavaliere andando a sensibilizzare l’ascolto del cavaliere sul reale linguaggio che ha il cavallo sia con lui che con i suoi simili.
Solo così si può veramente ambire ad avere una reale connessione con il cavallo, andando a sviluppare un rapporto coerente e sicuro dove il cavallo oltre che fidarsi si affida totalmente al cavaliere evitando così momenti di grande difficoltà.
Questo però può accadere solo se il cavaliere ha buona gestione del suo corpo, delle sue emozioni e soprattutto dei suoi stati d’animo ed anche in questo caso molto dipende dalla comunicazione che si ha, non più con il cavallo, ma con se stessi.
Ma questo lo potremmo scoprire nel prossimo articolo.
A cura di Jessica Novelli, per Fedda.
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