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L’importanza di creare una connessione con il cavallo

Cosa trovi in questo post

Quando si dice: vado a cavallo, si pensa subito al lavoro che si fa con i cavalli ma in realtà, prima del lavoro è necessario imparare a comunicare nel modo migliore per instaurare un buon rapporto ed evitare fraintendimenti tra cavallo e cavaliere. Prima di parlarti di come creare una connessione devo fare delle piccole premesse.

Non umanizzare i cavalli

Mi ritrovo davanti a cavalieri che, di fronte a certi atteggiamenti del cavallo, si demotivano pensando che il cavallo faccia così per un sentimento di avversione nei loro confronti…anche se…i cavalli, quali animali più puri di noi umani, non hanno questo tipo di sentimenti velenosi.

In ogni caso, credo che questa convinzione sia anche dettata dalla consapevolezza che i cavalli hanno una spiccata sensibilità e sanno cogliere le tue emozioni, ed ecco che…quasi ci si aspetta che il cavallo sia mentalista, indovino e lettore del pensiero. Ovviamente ciò, purtroppo, non è possibile. Il cavallo, sì, sente le tue emozioni ma non sa dar loro una vera e propria connotazione, ad esempio sente se hai paura, ma non sa perché hai paura, quasi sicuramente non capirà che hai paura di lui o delle sue reazioni ma più probabilmente penserà che ci sia un potenziale pericolo dal quale tenersi in guardia. Sente le aspettative ma non sa cosa realmente ti stai aspettando da lui e se non riesci a comunicare in modo assertivo la tua richiesta o se sei passivo aspettando che sia il cavallo a dover intuire la richiesta…beh, questo probabilmente non accadrà. Verrai così assalito da delusione, disagio o semplice fastidio. Ma ecco che questo provoca una doppia frustrazione, a te ed al cavallo!

Evita le aspettative

Dare per scontato che il cavallo debba capirti ogni secondo e in ogni sfumatura: se soffri, se qualcosa ti preoccupa, ti spaventa, ti fa arrabbiare o ti disturba. È una cosa normale per molti cavalieri perché, in fin dei conti, il binomio viene enfatizzato proprio come questo, una simbiosi perfetta di due corpi, due anime, due esseri che divengono uno. Che bellissima immagine perfetta e romantica!

Ora, bisogna però specificare che pensare al binomio solo come una dimensione magica, dove tu ed il cavallo siete ognuno la metà perfetta capace di provare le stesse emozioni è causa di numerosi problemi di comunicazione tra cavallo e cavaliere. Quindi bisogna tenere a mente che il binomio perfetto è frutto certamente di un qualcosa di magico ma molto di più di tanto lavoro quotidiano. Perché bisogna investire in ciò che si desidera, non aspettare che le cose si risolvano da sole o che il cavallo si erga come un indovino meraviglioso, quale è, con però la capacità di leggere le tue pene e risolverle per te.

Con queste premesse passiamo a capire perché è importante creare una connessione reale con il cavallo.

Creare una connessione

È fondamentale, per ogni cavaliere che vada alla ricerca di un rapporto reale con il cavallo e non solo una performance o un gesto atletico, iniziare a comunicare in un modo comprensibile dal cavallo ed allo stesso tempo iniziare a comprendere cosa effettivamente gli sta dicendo il cavallo.

Insomma è necessario imparare una nuova lingua: "la lingua cavallo". Tramite la conoscenza dei gesti e delle espressioni che per il cavallo sono chiari segnali, è quindi possibile diventare più morbidi e fluidi nelle richieste ed ottenere così risposte più rilassate da parte dei cavalli.

La fiducia non basta

Bisogna però ricordare che spesso si confonde un cavallo confidente con un cavallo che si affida veramente al suo cavaliere. La fiducia è alla base di ogni rapporto e deve ovviamente esserci, ma perché si possa creare una vera connessione è necessario diventare un vero punto di riferimento per il cavallo, un umano del quale fidarsi e soprattutto affidarsi nei momenti di difficoltà, ansia o paura.

Le chiavi per diventare un punto di riferimento

Conoscenza: di come comunica, agisce, reagisce e risponde un cavallo. La formazione ovviamente è importante e necessaria per comprendere come rapportarsi al meglio al cavallo, come farsi capire e soprattutto come interpretare ciò che il cavallo ci sta dicendo.

Coerenza: mantenere le richieste uguali nel tempo, senza frustrazione o rabbia, dando sicurezza al cavallo con uno stato d’animo tranquillo e deciso.

Gestione delle emozioni: come già detto, i cavalli sentono le nostre emozioni, riuscire a gestire le emozioni anche nei momenti sfidanti farà sì che il cavallo possa effettivamente affidarsi a noi.

Da dove iniziare

Inizialmente è importante creare una connessione da terra, parlando la "lingua cavallo", che non è un addestramento ma semplicemente comunicazione, ed anche se ti senti più bravo nel montare in sella anziché nel lavorare da terra, sappi che se salti questo fondamentale passaggio non potrai ambire ad avere una reale connessione con il cavallo perché senza il lavoro da terra non potrai comunicare con lui in modo naturale e comprensibile per lui, d’altronde, tra di loro i cavalli comunicano giù dalla sella!

Prima di creare una connessione, come detto in precedenza è necessario instaurare un rapporto di fiducia tra cavallo e cavaliere dettato dallo stare insieme e dalla capacità del cavaliere di far sentire a suo agio il cavallo in sua presenza senza grandi richieste e stimoli.

Inoltre sarà necessario creare fiducia nel cavallo anche negli strumenti che vengono utilizzati, ricordiamo sempre che i cavalli non hanno paura di un frustino…insomma, pensa, se lasci un frustino a terra il cavallo molto probabilmente non ne avrà paura, anzi, magari sarà pure incuriosito da quell’oggetto particolare e strano, quasi da prenderlo in bocca e giocarci, ma…quando il cavaliere lo prende in mano, tac, come per colpa di un qualche strano sortilegio, il cavallo comincia ad averne paura, ecco che, il cavallo non ha paura del frustino ma della mano che tiene il frustino! E questo già la dice lunga su come ti vede il tuo cavallo.

Sta a te fare in modo che l’utilizzo di uno strumento come potrebbe essere il frustino, la longia o qualsiasi altra attrezzatura, non diventi per il cavallo un oggetto potenzialmente pericoloso ma semplicemente qualcosa con cui fare nuove attività stimolanti. Perché questo accada è necessario innanzitutto sensibilizzare i cavalli al tuo stato d’animo!

Evita di desensibilizzare il cavallo

Dopo quanto detto prima, si sente spesso parlare di desensibilizzazione del cavallo ma credo sia necessario fare una grande distinzione se si vuole davvero creare una connessione con il cavallo.

Le tecniche delle varie desensibilizzazioni che possono essere:

  • sistematica; sottoporre il cavallo, in un contesto sicuro, allo stimolo potenzialmente pauroso in modo crescente.
  • contro condizionamento; andando a sostituire la risposta di paura del cavallo ad uno stimolo con un altro stimolo piacevole.
  • overshadowing; si sottopone il cavallo a due stimoli contemporaneamente, in modo che uno metta in ombra l’altro.
  • approach condizioni; approccio e ritirata, questa tecnica sfrutta la naturale curiosità del cavallo perciò viene sottoposto ad uno stimolo che poi viene allontanato in modo da creare nel cavallo la curiosità di andare a scoprirlo.
  • stimulus blending; miscela di stimoli ovvero utilizzare uno stimolo che per il cavallo è chiaro e conosciuto, che non lo mette in difficoltà, per avvicinarne un altro che era potenzialmente pauroso.
  • flooding; questa tecnica, a mio parere, è assolutamente da evitare in quanto immerge il cavallo nello stimolo mettendolo in uno stato elevatissimo di stress e andando ad agire sullo stato mentale del cavallo in modo drastico rischiando di portare il cavallo, nel migliore dei casi, ad arrendersi ad una situazione senza comprenderla, nel peggiore e maggior parte dei casi all’impotenza appresa. Questa tecnica, ovviamente va contro la relazione e non porta a nessun tipo di connessione con il cavaliere.

Conosciute queste tecniche posso però dire con assoluta certezza che applicarle, anche se in modo consapevole e senza aumentare drammaticamente lo stress del cavallo, in modo meccanico, seguendo le regole dettate dalla tecnica stessa e senza lavorare sul proprio stato d’animo nel momento in cui si vanno a mettere in atto, non porta a nessun tipo di connessione, anzi, si rischia di avere cavalli desensibilizzati ad un particolare tipo di stimolo, es. il telone blu, ma che poi potranno prendere paura davanti ad un telone verde.

Ecco che invece, lo scopo della desensibilizzazione deve essere ben altro: sensibilizzare il cavallo allo stato d’animo del cavaliere, sintonizzandolo sulla tranquillità del cavaliere e facendolo così sentire al sicuro anche in ogni altra situazione sfidante ed è proprio da qui che inizia la vera connessione!

Passare dalla connessione da terra a sella

Dopo aver creato una connessione a terra, con un cavallo che non solo si fida ma si affida perché vede nel cavaliere un punto di riferimento capace di dargli protezione e di prendere decisioni nel momento di pericolo, sarà molto semplice passare ad avere una buona connessione in sella perché il grosso lavoro fatto di sintonizzazione del cavallo sullo stato d’animo del cavaliere verrà in aiuto nei momenti di difficoltà e se il cavallo avrà qualche timore andrà a chiedere al cavaliere cosa fare. Ma in che modo lo chiederà?! Come detto prima, sintonizzandosi sulle emozioni del cavaliere che per lui è il punto di riferimento.

Ora starà al cavaliere diventare consapevole delle emozioni che prova e capace di gestire gli stati d’animo in modo potenziante!

Ma da cavalieri, come allenare tutte queste caratteristiche?! Iniziando a lavorare su se stessi ed evitando ciò che per il cavallo non è chiaro. Facciamolo insieme, impariamo a comunicare e soprattutto impariamo cosa evitare con il cavallo nel prossimo articolo.

A cura di Jessica Novelli, per Fedda.

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