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Essere capiti per essere efficaci, essere efficaci per essere capiti!

Cosa trovi in questo post

Ci sono due tipi di persone in relazione ai cavalli: le persone che sono troppo efficaci, che devono imparare ad essere gentili, e le persone gentili ma per nulla determinate, che non riescono ad essere efficaci in nessun modo. A quale categoria appartenete voi? Io prendevo il peggio da entrambe le categorie.

Tutti noi iniziamo a cavalcare perché amiamo i cavalli, ma ci ritroviamo a mettere loro imboccature sempre più forti, perché ci insegnano che il tandem, il pessoa, sono per “cavalieri esperti”. E ci dobbiamo imporre, usare la frusta con rabbia, perché è così che “gli fai vedere chi comanda”.

Ricordo che dicevo di amare la cavalla che montavo, ed era così, ve lo assicuro, eppure lei, se avesse potuto parlare, avrebbe detto tante cose, ma non sicuramente che mi amava. Gli zuccherini, come la pulivo, le cose nuove che le compravo, non lo sapevo, ma non cambiavano assolutamente nulla. E lo sto scrivendo con le lacrime agli occhi, perché prendere consapevolezza del male che le ho fatto inconsapevolmente è doloroso.

Consapevolezza e conoscenza: le chiavi del cambiamento

Io ero poco efficace e avevo poco tempismo. Eppure se avete avuto l’occasione di vedermi adesso lavorare con un cavallo non lo direste, e non è solo essere diventata istruttrice Parelli, va ben oltre…cosa è cambiato? È cambiata la mia consapevolezza e la mia conoscenza. La consapevolezza è rendersi conto di ciò che accade nel momento in cui sta succedendo: ci stiamo irritando, infastidendo semplicemente perché non abbiamo gli strumenti necessari per risolvere la situazione (manca la conoscenza). Tantissime volte cavalli giovani o in difesa vengono “buttati via” semplicemente perché non siamo disposti a diventare i cavalieri di cui i nostri cavalli hanno bisogno.

La prossima volta che sarete in sella o a terra con il vostro cavallo e vi sentirete frustrati, spaventati o arrabbiati, provate semplicemente a fare un passo indietro e pensare “mmm, interessante” e ad analizzare l’origine della vostra emotività cercando di cambiare atteggiamento: farete un passo avanti per voi stessi e per i vostri cavalli.

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Positivo, progressivo e naturale: il nuovo atteggiamento

Ma come dovrebbe essere il nostro atteggiamento? “Positivo, progressivo e naturale,” risponderebbe Pat Parelli. Riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno è davvero una chiave di svolta nella lettura del nostro cavallo. Noi esseri umani vogliamo il risultato, e vogliamo ottenerlo in maniera diretta. Dovremmo ricordarci che un puledro che si ferma di fronte a un ostacolo, rimanendo però sereno e riuscendo ad “analizzarlo,” è parte del processo verso il risultato del percorso netto. “Il processo non è uguale al risultato” - questo è ciò che noi esseri umani facciamo fatica a digerire, vorremmo subito il risultato.

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La virtù della pazienza e del tempo nell'addestramento

Ho ancora dei video in cui Wonder si ferma da terra su un ostacolo molto basso. Fortunatamente ero già al livello di consapevolezza per cui sapevo che quello era uno step necessario per avere un cavallo che salta mettendoci la sua testa e la sua volontà. Lei aveva bisogno di quello, se in quel momento l’avessi forzata ad andare di là avrei ottenuto il “risultato,” avrebbe saltato, ma avrei perso tutto. Avrei perso la sua fiducia, avrei perso la sua futura collaborazione, avrei perso la nostra relazione. E il risultato che avrei ottenuto sarebbe stato quello di una cavalla che avrebbe sempre avuto bisogno di essere spinta a saltare, anche nel momento in cui non se la sarebbe sentita. Invece non ricordo nemmeno l’ultima volta in cui mi si è fermata in concorso, anche quando avrebbe benissimo potuto, perché le condizioni non erano ottimali.

Un esempio pratico nel salto ostacoli? Il cavallo si ferma ad un salto, la cosa più sbagliata che si possa fare è forzarlo ad andare di là, tornare con più gambe, più frusta, più bombe a mano, e se si ferma di nuovo (e di solito è proprio questo il caso) rincarare la dose. Purtroppo però è il metodo più comune. I cavalli vanno di là dal salto per paura di stare di qua. Ma in questo modo non avremo mai un partner, avremo un cavallo che alla prima occasione ci butta giù, si mette in difesa, o appena si ferma fa certi scatti di paura pericolosi per il cavaliere...molto più di una fermata.

Il salto deve essere un posto bello e sicuro, e sì, vi sembrerà strano ma tutti i miei cavalli sanno che se per mille motivi hanno bisogno di fermarsi possono farlo, e non ne farò mai un problema, sarò efficace nel comunicargli che la cosa per me più importante è che riescano a poggiare il naso all’ostacolo con tranquillità e sicurezza; tanto ormai la gara è andata, tanto vale costruire fiducia e acquistare punti come buon leader!

L'importanza dei sensi nei cavalli

Perché proprio il naso? Il naso è nei cavalli come sono le mani per i bambini. I cavalli esplorano il mondo attraverso il naso. “Il naso, il collo, forse i piedi”: è proprio così che un cavallo affronta in maniera confidente un qualsiasi ostacolo. Pensiamo anche alla rampa del trailer. Se il cavallo riesce ad annusarla rimanendo tranquillo, sono già a metà dell’opera. Ciò non vuol dire che un cavallo non attraversi qualcosa su cui non poggia il naso, tuttavia a volte capita che passi con il corpo ma spesso forzato dalla paura, non in modo confidente e sicuro di sé e dell’innocuità dell’ostacolo.

Da dove iniziare il cambiamento?

Questo è solo un esempio. Ne avrei a centinaia…qual è dunque il modo migliore per interiorizzare e far diventare questi principi il nostro nuovo modus operandi istintivo? Lavorando da terra. Nel prossimo articolo vedremo perché questo è fondamentale e come questo possa aiutare noi e i cavalli.

A cura di Isabel Mandy, per Fedda.

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